Nipote di Francesco Crispi, intraprende la carriera militare dopo aver frequentato l’Accademia di Modena. Presta soccorso alle popolazioni dopo le epidemie di colera a Napoli, e in Sicilia dopo il terremoto di Messina. Nel 1911 partecipa alla spedizione in Libia e a novembre, di ritorno con gli altri superstiti, viene acclamato come eroe a Palermo dalla folla e dal Re. Durante la Grande guerra guida l’esercito nelle battaglie dell’Isonzo e nel Carso e fronteggia la Strafexpedition austriaca, riuscendo a contenerla. Prosegue le azioni di guerra conquistando Gorizia, ma viene rimosso dall’incarico e collocato, suo malgrado, a riposo. Viene richiamato in servizio a Palermo, dove si iscrive al Partito Fascista. Nel 1923 entra a far parte della Milizia volontaria di sicurezza nazionale, nel 1924 diventa Regio Commissario e poi Podestà in alcuni comuni siciliani. In quell’anno partecipa ad un corteo a Roma per rendere omaggio al Re e incontra Mussolini. Dalla gloria passa alla disperazione per il tentato suicidio del figlio, tenente colonnello dell’aviazione, congedato da Balbo nel 1930.