Due contadini toscani, arruolati nel 1913 e inviati sul fronte trentino nella Prima guerra mondiale, tengono un legame famigliare molto saldo attraverso la scrittura di lettere alla sorella Zelmira, che risponde con affetto a entrambi dando loro continue notizie di casa. Come un passaggio di testimone, Emilio scrive alla sorella fino al 1916, anno del suo trasferimento in Libia, mentre Giacinto dal giugno 1916 fino al 1918 scrive puntuali resoconti dalle zone di guerra, compresa l’Albania, senza mai parlare della vita militare. Dal carteggio emergono le varie vicende famigliari, con al centro la morte del padre e l’ansia per la madre rimasta sola con un figlio piccolo. Le preoccupazioni si allargano alle notizie di un altro fratello, rimasto ferito in combattimento. La rassicurazione che tutto va bene e che si è in ottima salute, è un tratto distintivo nella scrittura dei due fratelli. L’epilogo però è infausto per entrambi e nessuno dei due farà ritorno.