“25 aprile 1906
Ecco una data memorabile: la prima data veramente memorabile della mia vita, per me. Non é una data triste, in fondo, questa della mia partenza per Catania. Me lo sono ripetuto cento volte, mille volte che é stata una gran fortuna per me vincere questo concorso; appena finiti gli studi, e ottenere subito, così insperatamente, quello che i più ottengono solo in capo a tre o quattro anni di attesa ansiosa e di amara incertezza: un posto governativo. E mi sono sempre rimproverata di non sapere apprezzare abbastanza questa fortuna e di mostrarmene indegna. E’ inutile, era cosa troppo dolorosa per me lasciare la famiglia, lasciare Roma, staccarmi violentemente da un luogo cosi caro per andare incontro a una vita ignota, in una città lontana ed ignota. E poi avevo avuto il torto di sperare cosa facile ottenere il posto a Roma, e i miei avevano avuto l’imprudenza di confermare questa mia speranza: così che la delusione che ne seguì, dopo i vani sforzi per rimuovere la decisione del ministero, fu per me un colpo veramente terribile.[…]”
Tre mesi nella vita di una neolaureata in archeologia destinata a Catania come bibliotecaria. Una personalità curiosa annusa la società siciliana in un viaggio di lavoro che segna l’emancipazione sofferta ma necessaria dalla propria famiglia.