“… eppure bisognerà riprendere questo colloquio che abbiamo bruscamente interrotto, tornare a vivere insieme nella nostra casa, dialogare di tanti interessi comuni, di tante cose che ci hanno legato, per un così grande numero di anni… lo cerco di rammentare, di far emergere dalla memoria le note salienti del tuo carattere: schivo, chiuso, riservato, quasi ombroso, timido in ultima analisi dinanzi alle persone nuove, che potevano lì per lì scambiare per fierezza, quasi per alterigia questo atteggiamento e sentirsene in soggezione. Invece è riservatezza la tua, una sorta di pudore dei tuoi sentimenti […]”
Una “madre e casalinga” friulana, laureata in lettere, rievoca tutte le tappe della propria esperienza di coppia: l’incontro nel 1920 con il fidanzato che torna ferito dalla prima guerra mondiale, il matrimonio che viene scandito dalla nascita di undici figli, la brillante carriera di lui nella magistratura, gli spostamenti per lavoro, i lutti famigliari fino a quello del 1970, che la separa per sempre dal suo compagno.