Diari di un importante funzionario ministeriale, colto e interessato all’arte. Acceso interventista, l’autore parte per il fronte del 1915 come addetto al Comando della Brigata Lazio, partecipando a numerose azioni di guerra. A fine conflitto lavora per il Ministero dell’Economia nazionale, poi Ministero delle Corporazioni, fino al 1943 quando viene “messo a riposo” perché si rifiuta di aderire alla RSI. Particolarmente significativi i tre diari scritti all’indomani della Seconda guerra mondiale, quando Anzilotti prende parte ai trattati della Conferenza per la Pace di Parigi come membro della delegazione italiana al fianco di Alcide De Gasperi: nei suoi quaderni l’autore racconta le giornate di tensione trascorse pressoché interamente a discutere di delicate questioni politiche, economiche e territoriali, come quelle riguardanti il futuro di Trieste, dell’Alto Adige e della Venezia Giulia; qua e là qualche pagina che racconta momenti di svago, dedicati alla piacevole scoperta delle ricchezze artistiche parigine.