Alcuni anni fa l’Archivio dei diari ha istituito il “Premio Tutino Giornalista” per un motivo semplice: commemorare la figura del fondatore e offrire un riconoscimento simbolico, oltre che uno spazio di celebrazione, alle nuove leve del giornalismo che ogni giorno onorano con capacità, entusiasmo e dedizione, la professione che Tutino ha più amato. Ma l’Archivio è anche, soprattutto, un luogo di memoria, e a trent’anni dall’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin ha deciso di riservare loro un incontro all’insegna del ricordo e della riflessione. Per contribuire a tenere viva l’attenzione su quello che è accaduto domenica 20 marzo 1994 a Mogadiscio, in Somalia, e nella speranza che un giorno non lontano sia possibile ascoltare parole di verità su quanto è avvenuto. A distanza di molti anni sappiamo che Ilaria e Miran erano lì per seguire, per conto della Rai, il ritiro delle truppe statunitensi da un Paese lacerato da anni di guerra civile. Sappiamo anche che stavano indagando in parallelo su un presunto traffico internazionale di armi e di rifiuti tossici che, con la copertura della missione umanitaria, avrebbe coinvolto anche società italiane. Ma dopo la raffica di kalashnikov è calata una nebbia fitta sulle circostanze e sui mandanti del loro omicidio. Una nebbia fatta di depistaggi, ritardi nelle indagini, coinvolgimento di innocenti come Hashi Ali Assan, poi scagionato e scarcerato in seguito a una revisione del processo determinata da una inchiesta di Chiara Cazzaniga per la trasmissione “Chi l’ha visto?”. È in corso una lunga e controversa vicenda giudiziaria, per questo ancora oggi la battaglia e l’impegno sono quelli per dare nuovo impulso alle indagini su cause e depistaggi del duplice omicidio. Quel che è certo, è che dietro al loro sacrificio si staglia un esempio altissimo di vocazione giornalistica, animato da valori e da una passione che dobbiamo continuare a raccontare alle nuove generazioni. È per tutte queste ragioni, che l’Archivio ha deciso di attribuire l’edizione 2024 del “Premio Tutino Giornalista” alla memoria di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin.