Immaginate di trovarvi in Archivio e di trovarvi ad aprire, un giorno, una valigetta marrone piena di lettere che due giovani si sono scambiati ininterrottamente per 5 anni, alla fine dell’800, per non recidere il legame d’amore che li univa nonostante il contrasto con le famiglie di appartenenza. Avrete in mano la storia di vita di Luigi e Antonetta, due ragazzi di Avellino che si sono piaciuti nonostante le idee politiche divergenti dei rispettivi genitori, il divieto di incontrarsi, e che si sono nutriti di sentimenti affidati all’inchiostro e alla carta, oltre a qualche sguardo da lontano scambiato dalla strada al balcone, dal 1895 al 1900. Fino a quando la loro perseveranza non è stata premiata con un matrimonio, celebrato all’alba del Novecento e durato “finché morte non vi separi”. Immaginate di scoprire l’evoluzione del loro affetto anche attraverso la metamorfosi del linguaggio, che esordisce nelle prime lettere con un reciproco “voi” e si trasforma nel tempo in formule sempre più dirette e familiari. E immaginate ancora che da quella valigetta marrone spuntino fuori biglietti augurali della Pasqua 1896, una tessera delle ferrovie dello Stato, una carta d’identità e sei foto di Luigi, buste contenenti fiori secchi, una cravatta di Luigi usata per il matrimonio, un riccio di capelli di Antonetta, un cliché della fotografia di Antonetta, e ancora tanti oggetti e pezzi di vita appartenuti a questi giovani innamorati. Avrete in mano tutte le tessere per ricostruire un mosaico d’amore di fine ‘800.