«Ho visto per la prima volta questo lenzuolo con la storia scritta sopra, nel 1996, esposto e custodito dal prezioso archivio dei diari di Pieve Santo Stefano. Era forse il pezzo più esplicativo e simbolico dello spirito dell’archivio. Il compianto comandante Saverio Tutino, dà una bellissima versione del suo arrivo nella prefazione alla prima edizione pubblicata del diario. L’archivio (da lui, all’epoca, diretto) porta avanti da anni la missione di raccogliere memoria. Raccoglie diari di chiunque voglia donarli, senza distinzione di lingua, di Paese, di grado di acculturamento. La cultura va dispersa non solo con il patrimonio dei grandi, ma con quello dei piccoli, degli umili, dei molti».
È uno stralcio di un recente articolo che Vinicio Capossela ha dedicato a Clelia
Marchi, a Saverio Tutino e all’Archivio dei diari dalle colonne della Domenica” del Sole 24 Ore. Basterebbero queste poche parole, emblematiche per come sintetizzano il senso di quanto avviene a Pieve Santo Stefano da quasi 30 anni, per attribuire a questo artista universale il Premio Città del diario, che dal 2005 destiniamo a “Una personalità del panorama culturale che si sia distinta per la sua attenzione ai temi della memoria”. Basterebbero: ma c’è molto altro…