Concetta Ada Gravante

Il marito taciturno

memoria-autobiografia 1940-1996
Milano, Terre di mezzo, 2002
Anno del Premio: 2001

A una studentessa di Capua, che doveva viaggiare tutti i giorni fra Villa Literno e Napoli, dove frequentava l’Istituto Universitario Orientale, succedono sul treno eventi che le cambieranno la vita. Conoscerà negli scompartimenti o sul predellino, alle stazioni, i suoi primi colpi di fulmine o i lenti innamoramenti che la renderanno più matura: dal primo fidanzato a quel militare che diventò uno dei suoi più fedeli corteggiatori, e poi morì in una esercitazione di volo. Per sette anni durerà l’incontro d’amore con il Principe Azzurro, quello che avrebbe dovuto diventare il suo compagno per la vita e invece alla fine sparirà. Ma Concetta finirà comunque col credere di aver trovato, ancora sul treno, l’uomo del suo vero destino. Infatti, alla fine sposa, durante la guerra, un militare abruzzese, alto e di bella presenza. Poi, trasferitasi a Pescara a vivere con lui e la sua famiglia, dovrà rimpiangere per tutta la vita la leggerezza ignara dei tempi della scuola. Il marito, una volta impossessatosi di lei, si rivelerà poco interessato e chiuso nei suoi riguardi. Lei rimarrà incinta e quattro volte, per motivi inspiegabili, sarà costretta ad abortire, prima di avere due figlie che pur dandole molta gioia non riusciranno a farle tollerare l’ottusità del clan di suo marito, che non le parla mai se non per redarguirla, o per dirle, facendo l’amore, una frase misteriosa e incompleta: “sei la più, la più, la più…”. Così saranno cinquant’anni di convivenza piena di delusioni che diventeranno, dopo una storia da sogno, il diario di una vita quotidiana di fattacci privati e di incubi, che lei tentava invano di imbellettare, vestendosi come una “statuina di biscuit”, “tutta un bijou”, quando usciva con lui per non fargli fare brutta figura. Un’opera scritta di nascosto, durante la notte, con allegate lettere e stralci di diario.”


MOTIVAZIONE DELLA GIURIA NAZIONALE:
La giuria ha deciso a grande maggioranza di conferire il premio Pieve Banca Toscana, giunto alla 17° edizione, a un libro memorialistico intitolato “Il marito taciturno” di Concetta Ada Gravante, che contiene la narrazione ironica e positiva di una donna che, dal 1940 a oggi, affronta un percorso  di emancipazione culturale e sociale sul sofferente sul rapporto con l’uomo che aveva sposato per amore e di nascosto dal quale, di notte, ha scritto la sua autobiografia. Delusa dal matrimonio, la Gravante affronta le asprezze della sua condizione riuscendo a mantenere, nel suo stile personale, un lucido punto di vista sul rapporto col marito, attraverso ricordi che salvano e curano la vita: da Capua a Villa Literno, a Pescara, passando per gli anni di frequenza dell’”Orientale” a Napoli.