“Le mie due nonne, nonna Ida e nonna Amelia, erano completamente diverse una dall’altra.
Nonna Amelia, che io da piccina chiamavo nonna Menna, la nonna materna, alta, diritta, elegante, attiva, aveva tutti i capelli bianchi. Era imbiancata prestissimo, come mamma del resto. E anch’io questo l’ho ereditato da lei. A parte l’aspetto però aveva tutte le caratteristiche della nonna tipica. Era lei che cucinava e mi faceva tutti i mangiarini e i dolcettini buoni, era lei che si occupava di me, mi coccolava e mi raccontava le novelle classiche, come “Cappuccetto Rosso”, ma soprattutto le mie preferite: “I tre porcellini”, quella che tanti anni dopo fece Walt Disney, e “Buchettino”, una novella toscana con Buchettino che era una bambino povero che spazzando la chiesa trovava un soldino sotto un mattone, e con quel soldino ci si comprava i fichi, perché di tutta la varia frutta era quella in cui c’era meno da scartare e quindi più conveniente. Poi naturalmente incontrava l’Orco che lo voleva mangiare, ma Buchettino, furbo, riusciva a farla franca.
Nonna Ida invece, che avrebbe avuto tutta l’aria della nonnina più tipica, le novelle non le sapeva; lei mi raccontava soltanto i “fatti veri”, quelli successi a lei o alle persone che aveva conosciuto nella sua lunga vita..
Nonna Ida era vecchia vecchia, o almeno così pareva a me, in confronto a nonna Mena. Ma aveva i capelli tutti neri. Li portava con la riga in mezzo, divisi in due bande e raccolti con una crocchiettina in cima al capo. Credo che sia stata la sua pettinatura tutta la vita […]”
Dalle campagne toscane alla Turchia, una grande storia famigliare illuminata dalla figura del padre Ezio Bartalini, fervente pacifista, che sceglie l’esilio volontario in giro per l’Europa per fuggire le persecuzioni fasciste.