Ricorda: in qualunque tempo mi si prospettasse la possibilità di andare dovunque la fisica fosse Fisica, vi volerei – È fede giurata, di cui sono martire. Queste parole racchiuse in una lettera del 1952 suggellano il significato della fitta corrispondenza scambiata per quattro anni dai giovani coniugi Eduardo Renato Caianiello, fisico destinato a una fama internazionale, e Carla Persico, insegnante e letterata plurilaureata. Eduardo vuole sancire la fine di una “disputa” avviata quattro anni prima: è il 1948 quando, dopo aver combattuto la Seconda guerra mondiale da volontario sul fronte africano e dopo aver conseguito la laurea in Fisica a Napoli, vince una borsa di studio di tre mesi presso il prestigioso Massachusetts Institute of Technology di Boston finanziata dal governo americano nel quadro del Piano Marshall. Qui incontra il prof. Marshak, già collaboratore di Oppenheimer nel Progetto Manhattan, che lo invita a rimanere per conseguire un PhD in Fisica Nucleare presso l’Università di Rochester nello Stato di New York: il visto di immigrant come dottorando deve però procurarselo da solo. È l’inizio di una straordinaria avventura professionale e umana ma anche di un duro confronto con Carla, e con le rispettive famiglie di provenienza, sulle prospettive di vita che li attendono. I pochissimi soldi, i notevoli impedimenti burocratici provocati dalle restrittive politiche migratorie americane, la neonata primogenita Dora, sono tutti elementi che concorrono a rendere difficile un ricongiungimento immediato, mentre nel giovane scienziato si fa strada la consapevolezza che in quel lontano Paese le prospettive di carriera sono infinitamente migliori di quelle che possa offrirgli la martoriata Italia del secondo dopoguerra. Se da una parte Eduardo soffre per la lontananza di Carla e della figlia, dall’altra si adatta con facilità allo stile di vita americano, che descrive con acume e ironia. Con il rapido consolidarsi della reputazione scientifica, crescono le opportunità di estendere il soggiorno e anche di trasferirsi a vivere in America in via definitiva, con moglie e figlia. Prospettiva tutt’altro che allettante per Carla, che cura ed è allo stesso tempo vittima dei legami famigliari, da cui non ha intenzione o forse capacità di sradicarsi. La lotta interiore tra la vocazione per la scienza e il richiamo degli affetti trova una difficile sintesi: mentre Carla insiste nel riportarlo a Napoli, Eduardo intraprende un tortuoso viaggio fino a Cuba per procurarsi l’agognato permesso di soggiorno e la possibilità di ricongiungersi con la moglie. L’ostinazione viene premiata: nel luglio del ’49 ottiene che la moglie vada a trovarlo, lasciando la figlia ai nonni. I mesi trascorsi insieme a Rochester sono una splendida luna di miele, dalla quale Carla torna incinta della secondogenita, Eva. Mentre sul mondo tornano a soffiare i venti della guerra, con il conflitto in Corea del Nord che irrompe nelle lettere dei due innamorati come una minaccia concreta alla pace da poco conquistata, Eduardo completa il suo brillante percorso di studi e lavorativo in America: consegue il PhD e nel biennio 1950-‘51 viene nominato assistant professor presso il Dipartimento di Fisica. Nel luglio del 1951 sale, infine, sul piroscafo che lo riporta in Italia, ma sempre pronto a ripartire verso nuove prestigiose esperienze: l’epistolario si conclude con nuove lettere spedite da Torino e Copenaghen. La sua carriera sarà ricca di successi, viaggi e studi disseminati in tutto il mondo.