Le diverse sfumature di colore dell’inchiostro; il tratto della matita, più deciso o più lieve, a volte appena percettibile; il rilievo marcato a rovescio dei caratteri battuti a macchina; le pagine bianche o ingiallite dal trascorrere del tempo; gli odori che si sprigionano all’apertura di un taccuino o di una busta che contiene una lettera; il fruscio delle pagine scorse velocemente e il suono croccante del foglio antico. Nei manoscritti o negli scritti a macchina c’è un tesoro di informazioni inaspettate, un racconto nel racconto plasmato dal contatto diretto della materia con lo scrittore. Storie che vanno oltre i contenuti narrativi: come da tradizione, il Premio Pieve invita il pubblico a scoprirle, prestando attenzione anche ai dettagli più nascosti racchiusi nell’esposizione degli originali più belli e preziosi giunti in Archivio nell’ultimo anno.