Ci sono le lettere, tantissime: una corrispondenza lunga 18 anni, quasi interamente conservata. Poi ci sono anche le poesie d’amore, le fotografie a comporre una testimonianza esemplare, nei contenuti e nella forma, di ciò che abbia significato la scrittura epistolare per anni, decenni, nell’Italia del Novecento. È la ragione di fondo per cui l’Archivio dei diari attribuisce il premio per il miglior manoscritto originale alle lettere che Angelo Seracchioli e Giannina Benetti si sono scambiati dalla vigilia della Seconda guerra mondiale, alla vigilia degli anni Sessanta. Lettere intime, spesso cariche di sentimenti esplicitati quando la lontananza tra i due – a causa del conflitto, o del lavoro, o delle vicende della vita – li costringeva a comunicare a distanza. A volte anche solo per darsi un appuntamento al giorno successivo: “ci vediamo domani”. Altre volte sfiorando i grandi avvenimenti sociali che fanno da sfondo alla vita di tutti noi, o quelli più vicini che ci riguardano. Solo la morte prematura di Angelo interromperà la fitta trama di inchiostro e carta tra i due innamorati. A distanza di anni dalla scomparsa di Giannina, la figlia Angela Maria ha riordinato le missive dei genitori in un viaggio emozionante nel loro, e nel suo, passato. E ne ha affidato la cura all’Archivio dei diari.