“La notte l’avevamo passata alla zona periferica di Brest; all’alba eravamo già in movimento. Il passaggio ere in parte offuscato dalla foschia e la visione dell’immensa pianura, del terreno paludoso in ebollizione era grigia, misera, bruciacchiata. Il treno correva lentamente al largo di un villaggio, quando ad assistere al nostro passaggio due uomini dall’aspetto anziani, dalla barba folta e malvestiti s’erano avvicinati al terrapieno della ferrovia ed ebbero a fare degli strani gesti in risposta ai nostri saluti. Con le mani alzate erano a mimarci il taglio alla gola e il colpo di grazia alla testa. L’episodio non era certo un buon augurio per noi […]“
A differenza dei giorni opachi di marzo, quelli di aprile furono e passarono veloci ricchi di avvenimenti: i tedeschi i cosiddetti signori della guerra in quei giorni convulsi erano ad iniziare la loro Capporetto, travolti, inseguiti dalle truppe anglo americane venivano cacciati oltre confine, e fu allora che l’Italia con il 25 aprile poté festeggiare la sua liberazione ed io chiudere la storia dei miei cinque anni di guerra. Si conclude così la memoria fluviale di Sante Mucchietto: quasi 250 pagine scritte a mano in cui l’autore ripercorre l’infinita catena di avvenimenti che hanno segnato gli anni cruciali della sua vita. Dopo una breve premessa sulle sue origini, Sante si focalizza sul quinquennio che va dal 1940 al 1945: l’arruolamento nel Regio esercito come volontario, la partecipazione alla guerra, l’invio in Russia, il coinvolgimento nella drammatica ritirata del Don, il rientro in Italia. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, viene catturato dai tedeschi a Bolzano ma la prigionia è breve: Sante riesce a scappare e la sua storia cambia radicalmente. Tornato nelle sue terre di origine, pur circondato da parenti e amici filofascisti, inizia a collaborare con le forze della resistenza attive nella provincia di Vicenza e di Padova fino alla Liberazione. Nessun ricordo di quei giorni memorabili è andato perduto, come testimonia il racconto travolgente che ha scritto tra il 1985 e il 1990.