Piazza Plinio Pellegrini
venerdì 19 settembre ore 11.30

Rita Baroud

Premio Tutino Giornalista 2025

incontro con Rita Baroud, Marianna Bruschi, Giulia Ciancaglini, Samah Jabr e Fabio Tonacci
traduzione Paule Roberta Yao
consegna il premio Gloria Argelés

Per mesi è stata una delle rarissime voci che si sono levate da Gaza per raccontare all’Italia e al mondo la guerra in Palestina. Laddove i giornalisti internazionali non potevano arrivare, c’era Rita Baroud, una giovane studentessa di lingue che si è trasformata in pochi giorni in una giornalista freelance, pubblicando il suo “diario” su La Repubblica con cronache frequenti su una realtà che i grandi media non riuscivano a descrivere. Nel febbraio 2025 ha rilasciato un’intervista al Coordinamento nazionale comunità accoglienti, nella quale ha spiegato la genesi del suo impegno in termini di necessità. Dopo il terzo giorno di guerra, mi hanno chiesto dei video da La Repubblica, ma non ero in grado per la situazione che stavo vivendo, non riuscivo a pensare a niente, non ero pronta a parlare di Gaza. Ho avuto bisogno di tempo, anche perché sono stata costretta a spostarmi tante volte. Poi, quando Sami al-Ajrami (un giornalista palestinese che collabora con Ansa e La Repubblica, ndr) è uscito da Gaza, ho sentito che avevo il dovere di parlare di Gaza, di non interrompere il racconto in diretta. Scrivere mi ha aiutato a esprimere i miei sentimenti, sono contenta di farlo. È importante per me parlare di Gaza, non è un lavoro, ma un dovere di dire la verità. Non potremmo immaginare una vocazione più alta per iniziare a scrivere un diario e pubblicare un articolo di giornale. Per celebrarla e per esprimere gratitudine a Rita Baroud per il suo contributo alla verità, l’Archivio dei diari le ha attribuito nel 2025 il “Premio Tutino Giornalista”, istituito per commemorare la figura del fondatore e offrire un riconoscimento simbolico, oltre che uno spazio di celebrazione, ai nuovi protagonisti del giornalismo che ogni giorno onorano con capacità, coraggio e dedizione, la professione che Saverio Tutino ha più amato.