Liberazione quotidiana può avere molti significati, ne abbiamo scelti due.
Liberazione quotidiana vuol dire che quello che successe prima e dopo il 25 aprile di 80 anni fa non è solo un fatto storico da studiare nei libri di storia o di cui ricordarsi solo in occasione delle celebrazioni annuali spesso stanche e talvolta contestate. Né che aver sconfitto allora nazismo e fascismo sia la garanzia che mai più nessuno toccherà la nostra libertà e la nostra democrazia. La lotta di allora è continuata e deve continuare quotidianamente per mantenere in vita gli anticorpi prodotti ottant’anni fa, non deviare dalla strada tracciata, respingere le continue minacce che arrivano da ogni parte.
Liberazione quotidiana vuol dire anche che quello che successe prima e dopo il 25 aprile di ottanta anni fa non fu solo una questione tra chi combatteva con le armi in pugno. Ciascuno ha il proprio 25 aprile, il giorno simbolico in cui la storia ha fatto irruzione nella vita di tutti, ha inciso sul quotidiano di tutti, vi è penetrata profondamente e indelebilmente senza distinzioni di età, sesso, convinzioni politiche.
Per questo siamo andati a cercare le tracce di quei giorni nel prezioso scrigno di Pieve Santo Stefano.
Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi
L’incontro ospiterà la presentazione del nuovo romanzo storico di Pier Vittorio Buffa Il pane non può aspettare (Neri Pozza, 2025) un affresco della lotta tra fascismo e antifascismo nel Nord Italia che affonda nelle radici autobiografiche dell’autore.