Unisci la scrittura autobiografica ai passaggi cruciali di una vita e alla mano abile nel disegnare di un’artista: nascono così due preziosi diari, scritti da Patrizia Calovini a più di 50 anni di distanza. Il primo nel 1968, quando vive a Bolzano e frequenta l’Istituto Statale d’Arte a Trento; il secondo nel 2020, in tempo di pandemia e di quarantena, realizzato nella sua casa di Ancona. C’è un filo conduttore che lega due periodi così lontani della vita e due momenti storici così differenti: Patrizia racconta i suoi stati d’animo, come gli innamoramenti giovanili nel diario dell’adolescenza, o le inquietudini del presente in quello nato durante il lockdown. E in entrambi i casi correda la scrittura di disegni, ritratti, ricami, così belli e curati da rendere alcune pagine delle vere opere d’arte. Nel diario del 1968 non mancano ritagli di giornale e collage fotografici realizzati con i volti degli idoli musicali del momento, da Mick Jagger a Jimi Hendrix. La scrittura perfettamente rotonda, le lettere panciute, una cura per la grafia che sa di altri tempi. Stupenda nel diario del 2020 l’impaginazione grafica, con le immagini e le parole che si fondono in una visione ricca di armonia.