La legge del mare. Cronache di soccorsi nel Mediterraneo, il volume pubblicato per Rizzoli nel 2019, è stato solo una tappa, importante, di un lavoro costante intrapreso da tempo. Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale, ha seguito e segue le vicende dei migranti che arrivano in Italia dal 2014, raccontandole con parole libere dai molti condizionamenti che il contesto politico ha generato nel nostro Paese.
Ogni volta che sono tornata da un viaggio, ogni volta che ho finito di scrivere un articolo, ogni volta che ho provato a riportare soprattutto il punto di vista delle persone che hanno subìto gli effetti di certe politiche, mi sono dovuta scontrare con una serie di bugie, di false notizie, di teorie del complotto, di propaganda mascherata da controinformazione. Fare cronaca, anche in maniera a volte didascalica e severa, può avere tuttavia un’importante carica demistificatrice. Occorre mettere in fila gli avvenimenti, raccontare di nuovo la storia dal principio per tenerne traccia, perché non ci sia nessuno che tra qualche tempo possa dire di non aver capito cosa stava succedendo.
Internazionale, 3 maggio 2019
Con le sue cronache, ha contribuito a sedimentare una verità dei fatti alla quale, con La legge del mare, ha saputo restituire una prospettiva storica. Ha contribuito alla demistificazione delle campagne d’odio più violente contro i migranti e contro le Organizzazioni non governative che li soccorrono nel Mediterraneo. Spezzando i vincoli narrativi dell’eterno presente in cui viviamo, ha ricostruito una cronologia che è troppo recente per essere dimenticata, se si agisce in buona fede: il naufragio del 3 ottobre del 2013 e il varo dell’operazione Mare Nostrum, presto chiusa perché troppo costosa. Il naufragio del 18 aprile 2015 e l’apertura dei soccorsi alle navi umanitarie private per intervenire dove le missioni Ue non arrivano più. Poi le denunce, da parte delle Ong, delle violazioni della guardia costiera libica, legittimata nel suo ruolo dalle istituzioni internazionali. E, di rimando, le accuse rivolte alle stesse Ong di speculare sulle vite umane. Camilli ha ripercorso la storia di queste e altre mistificazioni, partendo dall’essere umano, dalla vicenda di una persona balzata alle cronache suo malgrado nel 2018: Josefa, la donna camerunense salvata dalla nave Open Arms nel luglio 2018, vittima di una campagna denigratoria per le foto delle sue unghie smaltate di rosso. Giornalismo onesto e di qualità, prospettiva storica e attenzione per le vicende dei singoli individui, sono meriti che fanno di Annalisa una vincitrice ideale del “Premio Tutino Giornalista”, ispirato agli stessi valori e al ricordo del fondatore dell’Archivio, Saverio Tutino.