Quando gli ex partigiani dell’Emilia offrivano ospitalità ai ragazzi lombardi che non avevano da mangiare, un bambino di quattro anni viene accompagnato dalla madre alla stazione ferroviaria. All’arrivo a Reggio Emilia lo attende un contadino che lo porta con sé e lo terrà in casa sua per otto anni. La scoperta della natura e l’affetto un po’ burbero della nuova famiglia non gli fanno dimenticare la madre, dalla quale torna con slancio, anche se dovrà lavorare duramente per poter proseguire i suoi studi.
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA NAZIONALE:
La Giuria del “Premio Pieve – Banca Toscana” XIX edizione, riunitasi nei locali del Municipio, ha prima di tutto sottolineato l’alto livello dei dieci testi scelti dalla Commissione di Lettura, sia dal punto di vista della scrittura che da quello delle esperienze umane raccontate. Dopo un’ampia discussione, in cui vari testi sono stati particolarmente apprezzati, la Giuria ha deciso di attribuire il Premio di quest’anno alla memoria 1945-1998 “Il sapore del pane” del lodigiano Daniele Granatelli. L’autore vi rievoca con straordinaria lucidità priva di retorica, la vicenda dolorosa della sua infanzia trascorsa lontano dalla madre, negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale, e la sua vita nella campagna di Reggio Emilia dove è stato portato a 4 anni presso i partigiani della “Giulia” che accolsero nelle loro case bambini di famiglie disagiate della Lombardia. Tra nostalgia e tensioni con la madre, Granatelli racconta gli otto anni in cui impara a conoscere la vita di campagna e ad apprezzarne la bellezza. La sua memoria getta per la prima volta luce su un aspetto sconosciuto della solidarietà post-bellica nell’Italia della fame.