Vanda Ormanto

Il Signor Marito

diario 1943-1992
Milano, Baldini & Castoldi, 1996
Anno del Premio: 1995 ex aequo

Una famiglia di Taranto – madre e padre, tre sorelle, un fratello e i bambini nati dal matrimonio tra una delle sorelle e un militare, prigioniero in India – è sfollata in terra romagnola per evitare l’avanzata delle truppe alleate sbarcate in Sicilia. Fulvia la madre dei bambini, muore di cancro e Wanda si prende cura dei suoi figli. Dopo il passaggio del fronte, che avviene tra mille pericoli, la famiglia torna a Taranto con mezzi di fortuna e Wanda lavora per un anno presso i cantieri navali passati sorto l’amministrazione inglese. Sarà quello il periodo più sereno della sua vita, già minacciata dal ritorno di Piero, il vedovo di Fulvia, che si considera autorizzato da tutta la famiglia a considerarla come sua nuova sposa. Ricatti e violenze psicologiche dei parenti costringono alla line Wanda, dopo una strenua quanto vana resistenza, a sposare il cognato “per amore dei bambini”. Un matrimonio che si rivelerà naturalmente fallito in partenza, e finirà con la separazione e il suicidio di lui, incapace di essere mente di più che uno sposo padrone, tutto chiuso nelle umiliazioni che riusciva a impone alla moglie coatta. E Wanda – dopo la sua morte non riuscirà nemmeno ad ottenere dai giudici la pensione del marito.

MOTIVAZIONE DELLA GIURIA NAZIONALE:
La Giuria Nazionale dell’undicesima edizione del Premio Pieve Banca – Toscana, riunita nel pomeriggio del 2 settembre 1995 a Pieve Santo Stefano, ha esaminato una rosa di dieci finalisti dominata in proporzioni schiaccianti dalla scrittura femminile. La Giuria ha ritenuto meritevoli del premio, ex aequo, due donne, Giovanna Cavallo, di Amantea, e Wanda Ormanto di Taranto, autrici di narrazioni che si sviluppano parallelamente nel quadro arcaico del Mezzogiorno, dai primi decenni del dopoguerra ad oggi. La Giuria intende sottolineare, fra l’altro, l’importanza del fatto che queste persone, strette da assillanti problemi intimi, hanno trovato nel diario un sostegno alla solitudine e la forza per prendere coscienza della propria dignità personale.
Wanda Ormano accumula, in uno scritto che evoca l’atmosfera del romanzo popolare, i tasselli di un destino crudele che porta una giovane donna a patire, dopo le sofferenze sul fronte di guerra, le umiliazioni di una guerra privata, tragicamente vana, contro l’imposizione della famiglia, che l’obbliga a sposare l’uomo che la disgusta.
Giovanna Cavallo – “figlia bastarda” come la chiamavano in paese – ha scritto l’avvincente storia della sua lunga resistenza per far prevalere un bellissimo amore contro le consuetudini che avrebbero voluto la scelta del marito opera del genitore.