Approdato all’isolamento per quarantena dopo decenni di emigrazioni fra l’impero austroungarico e il Nord America, un cittadino di Pordenone si mette a raccontare tutte le sue “disavventure” di manovale e minatore, affrontate per sopravvivere con la sua famiglia.
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA NAZIONALE:
La giuria del Premio Pieve – Banca Toscana per diari, epistolari e memorie autobiografiche, riunita a Pieve Santo Stefano il 4 settembre 1993 per la nona edizione del concorso, ha preso la decisione unanime di attribuire il premio della pubblicazione e di due milioni di lire all’opera di Antonio De Piero “L’Isola della Quarantina”.
Scritto nel 1922 a conclusione delle “disaventure” di emigrante in una stanzetta di Ellis Island (l’isola al largo di New York dove gli emigati erano tenuti in quarantena), il testo di De Piero riunisce in sè come in una favola reale qualità di straordinaria vivezza narrativa e di evidente valore umano e documentario. La giuria ha apprezzato soprattutto il senso della misura con cui l’autore ha saputo rappresentare, a volte anche con una certa ironia, il mondo della povertà degli emigranti, senza nascondere la voglia di avventure che in fondo animava quel peregrinare fra le opere ferroviarie dell’Impero austroungarico e le miniere del Nordamerica.