“Dopo parecchi anni che anelavo di farmi un viaggio in america, come tanti del mio paese fanno esportando cola drapperia per uomo e facendo tanti guadagni, così il 1° gennaio 1908 mediante accordi con mio fratello mi recai in Napoli, facemmo gli assortimenti relativi. Dopo preparato ogni cosa ritornai a casa (Castelvetrano) per ripartire definitivamente. Infatti il giorno della partenza presto arrivò 23 marzo 1908 giorno di lunedì. Ahi che non mi avrei mai deciso… Dopo una notte di pianto dovetti rassegnarmi al grande sacrificio, distaccarmi dai miei che dire? Col cuore squarciato, mezzo istupidito e colle lagrime agli occhi baciai e ribaciai alle mie due femminucce (Carmelina e Franceschina) che poverine dormivano il sogno dell’innocenti ignare di tutto quello che accadeva, scesi al primo piano per licenziarmi dalla mia cara compagna la quale anch’essa con pianto dirotto mi abbracciò tenendomi stretto […]”
Il diario incompiuto del viaggio nell’America del Sud all’inizio del Novecento di un commerciante di tessuti napoletano. Insieme con alcuni parenti e connazionali emigra in cerca di fortuna, con l’intento di vendere vestiti fatti arrivare dall’Italia. Attraverso l’Argentina, il Cile, il Perù e l’Ecuador con muli, cavalli, treno e nave, osservando la gente del posto e le sue antiche usanze tradizionali.