Alberto Fausto Marinetti

Açailandia

epistolario 1982-1989
Anno del Premio: 2020

È il 1982 quando Fausto Marinetti raggiunge Açailandia, nel nordest del Brasile. Sacerdote cappuccino dal 1968, in Italia ha conosciuto la miseria degli ultimi e vissuto per anni a Nomadelfia, la comunità cattolica fondata da Don Zeno, insediata nelle campagne di Grosseto dal 1953 e ispirata ai valori della fraternità evangelica e della responsabilità condivisa. L’esperienza a “Nfia” resterà centrale nella vita di Fausto, anche quando si trasferirà in Sud America, a contatto con la dilagante miseria e lo sfruttamento della popolazione locale. Da Açailandia, dallo stato del Maranhão e dalle numerose altre località brasiliane che visita, scrive centinaia di lettere a Sante Saragoni, amico e membro della comunità grossetana. Dalla prima all’ultima, le missive sono dominate dalla progressiva scoperta della “vera” missione da compiere tra i “veri” mali del mondo, dei limiti della Chiesa e della stessa esperienza di Nomadelfia. Açailandia, 4.10.82 Caro Sante; le sorprese non finiscono mai. E la peggiore è la mentalità del missionario. Se non fosse per il popolo me ne sarei già andato. Se non si predica con l’esempio, a che servono le chiacchiere? Abbiamo al nostro servizio due serve. In casa loro non c’è acqua né luce né gabinetto. Noi abbiamo frigorifero, televisione, libri, conto in banca. C’è chi mangia carne una volta alla settimana e noi tutti i giorni. Devo dire due parole in chiesa. Ed io sto male, perché fino a quando staremo troppo bene non avremo il diritto di dire una sola parola.